Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45355 del 7 novembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:45355PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il ricorso del Pubblico Ministero avverso una sentenza di assoluzione con formula "perché il fatto non sussiste" è inammissibile per difetto di interesse concreto, quando, successivamente a tale pronuncia, il reato si estingue per decorso del termine di prescrizione. Ciò in quanto il mezzo di impugnazione deve perseguire un risultato non solo teoricamente corretto, ma anche praticamente favorevole. Pertanto, l'intervenuta prescrizione del reato priva di interesse attuale l'impugnazione del Pubblico Ministero, dal momento che, ove si riconoscesse l'esistenza del vizio lamentato, occorrerebbe rinviare gli atti al giudice a quo, il quale non potrebbe fare altro che dichiarare la prescrizione del reato. Il Pubblico Ministero ricorrente, inoltre, non può far valere un interesse di altra natura, diverso da quello connaturato all'azione penale, contro l'imputato (ad esempio in sede disciplinare), che potrebbe giustificare la sostituzione della formula assolutoria "perché il fatto non sussiste" con quella di estinzione del reato per prescrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI CATANIA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
inoltre:
(OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/09/2018 del GIUDICE DI PACE di CATANIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANTONIO SETTEMBRE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore DI LEO GIOVANNI, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO

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