Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare la controversia relativa all'impugnazione di un'ordinanza di sgombero di un alloggio di edilizia residenziale pubblica, afferma che la giurisdizione in materia appartiene al giudice amministrativo quando la controversia attiene alla fase iniziale del procedimento, riconducibile all'esercizio di pubblici poteri, e non alla fase successiva del rapporto paritetico tra ente assegnante e assegnatario, soggetto alle regole del diritto privato. Pertanto, rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo la controversia avente ad oggetto la legittimità del rifiuto opposto dalla pubblica amministrazione all'istanza di assegnazione, a titolo di regolarizzazione, di un alloggio già occupato dal richiedente, in quanto relativa all'esercizio di pubblici poteri, e non l'ordine di rilascio del medesimo immobile, emesso dalla pubblica amministrazione in quanto detenuto senza titolo, che si configura come strettamente consequenziale a quella sul diniego di assegnazione. Il Tribunale, nel merito, rigetta il ricorso ritenendo che il provvedimento impugnato sia correttamente motivato e sorretto da idoneo supporto istruttorio, in quanto la prova documentale prodotta dal ricorrente non è ritenuta idonea a vincere la presunzione derivante dalla certificazione anagrafica, che attesta la residenza del nucleo familiare del ricorrente nell'alloggio a far data dal 22 marzo 1999, successivamente al termine del 31 dicembre 1998 previsto dalla normativa per la regolarizzazione dell'occupazione sine titulo. Pertanto, in assenza dei presupposti per addivenire alla regolarizzazione dell'occupazione, il provvedimento di diniego di assegnazione in via di sanatoria e di conseguente ordine di sgombero risulta immune dalle contestate censure.