Cassazione penale Sez. II sentenza n. 31539 del 26 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:31539PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il giudice di appello, pur in assenza di una richiesta del pubblico ministero, può attribuire al fatto contestato una qualificazione giuridica diversa da quella enunciata nell'imputazione, senza incorrere nella violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza, a condizione che il fatto storico addebitato rimanga identico e non risulti in concreto pregiudicato il diritto di difesa dell'imputato. La nozione di "fatto" di cui agli artt. 521 e 522 c.p.p. va intesa nel significato comune, indicando l'accadimento di ordine naturale, nelle sue connotazioni e circostanze oggettive e soggettive, di talché, per aversi mutamento del fatto, occorre una trasformazione radicale, nei suoi elementi essenziali, della fattispecie concreta, con la conseguenza che tra il fatto contestato e quello accertato non si rinvenga un nucleo comune identificativo della condotta, ma si riscontri, invece, un rapporto di incompatibilità ed eterogeneità che si risolva in un vero e proprio stravolgimento dei termini dell'accusa, a fronte del quale si verifichi un reale pregiudizio dei diritti della difesa. Pertanto, la riqualificazione operata dal giudice di appello, pur determinando l'applicazione di un trattamento sanzionatorio più severo, non determina la violazione del divieto di reformatio in peius, a condizione che la pena inflitta non venga aggravata e che la nuova definizione del reato fosse nota o comunque prevedibile per l'imputato, senza che ciò abbia comportato in concreto una lesione dei diritti della difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - rel. Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3267/2011 del 29.9.2014 della Corte di Appello di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PAZZI Alberto;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. MAZZOTTA Gabriele, che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con sentenza in data 29 settembre 2014 la Corte di Appel…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.