Il principio di libertà di iniziativa e attività economica privata, sancito dalla normativa europea e nazionale, prevale sulle limitazioni contenute negli strumenti di pianificazione urbanistica, le quali possono essere derogate solo per la tutela di interessi pubblici tassativamente individuati, quali la sicurezza, la libertà, la dignità umana, l'utilità sociale, la salute, la conservazione delle specie animali e vegetali, dell'ambiente, del paesaggio e del patrimonio culturale. Pertanto, le disposizioni urbanistiche che impongono limiti dimensionali agli esercizi commerciali, in assenza di una specifica e motivata esigenza di tutela di tali interessi pubblici, sono da ritenersi incompatibili con il principio di liberalizzazione delle attività economiche e, conseguentemente, abrogate. L'Autorità amministrativa non può, dunque, negare il nulla osta al trasferimento di una media struttura di vendita in un determinato locale, adducendo il mancato rispetto di tali limitazioni dimensionali previste dallo strumento urbanistico, in quanto esse risultano superate dalla sopravvenuta normativa statale e comunitaria in materia di libertà di stabilimento e libera prestazione di servizi.