Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'ordine impartito dall'autorità amministrativa di disperdere una riunione o manifestazione non autorizzata in luogo pubblico, al fine di assicurare la circolazione di persone e veicoli e tutelare l'ordine pubblico, può integrare il reato di cui all'art. 650 c.p. (inosservanza di un provvedimento dell'autorità) solo se risulta accertato in concreto che la condotta dei partecipanti abbia effettivamente messo in pericolo la sicurezza e la pubblica tranquillità. Pertanto, la mera partecipazione a una riunione o manifestazione non autorizzata, senza che sia provato il concreto pericolo per l'ordine pubblico, non è sufficiente a configurare il reato di cui all'art. 650 c.p., essendo necessario valutare la pericolosità effettiva della condotta tenuta dai singoli partecipanti. Il giudice, nel riqualificare la fattispecie, deve quindi accertare in modo specifico e adeguatamente motivato la sussistenza dell'elemento oggettivo del reato, ovvero il concreto pericolo per la sicurezza e l'ordine pubblico derivante dalla condotta degli imputati, non potendo tale valutazione essere desunta in via presuntiva dalla mera partecipazione non autorizzata alla riunione o manifestazione.