Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La legittimazione ad agire in giudizio per l'annullamento di atti amministrativi presuppone la titolarità di una posizione sostanziale differenziata e qualificata, di tensione verso un bene della vita, che sia direttamente incisa dagli effetti del provvedimento impugnato. Tale legittimazione non sussiste in capo a soggetti privi dell'autorizzazione necessaria per l'esercizio dell'attività sanitaria oggetto della controversia, in quanto le norme che disciplinano il potere di individuazione del fabbisogno assistenziale e i criteri per il suo soddisfacimento mirano esclusivamente a garantire l'effettività del diritto alla salute dei cittadini, senza contemplare posizioni di matrice imprenditoriale ed economica. Inoltre, l'interesse ad agire richiede la sussistenza di una lesione concreta e attuale dell'interesse sostanziale del ricorrente, che non può essere ravvisata in capo a soggetti non autorizzati all'esercizio dell'attività sanitaria, in quanto i provvedimenti impugnati sono inidonei a incidere sulla loro sfera giuridica.