La transazione stipulata tra un'amministrazione pubblica e un privato, avente ad oggetto l'esecuzione di un precedente rapporto contrattuale di appalto, rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, in quanto attiene a un rapporto di diritto privato, ancorché preceduto da una procedura ad evidenza pubblica. L'amministrazione non può pertanto sciogliersi unilateralmente dal vincolo contrattuale, neppure attraverso l'annullamento in autotutela di una presunta delibera a contrarre implicita, ma deve agire dinanzi al giudice civile per l'accertamento della nullità o l'annullamento del contratto. Il principio di effettività della tutela giurisdizionale e la garanzia della libertà di iniziativa economica ex art. 41 Cost., che tutela indirettamente l'autonomia negoziale dei privati, escludono che l'amministrazione abbia il potere di recedere unilateralmente dal contratto di transazione, la cui validità ed efficacia deve essere fatta valere dal giudice ordinario, competente a conoscere dei vizi del contratto, anche quando derivino dal procedimento amministrativo presupposto. Pertanto, al di fuori dei casi in cui l'ordinamento attribuisce espressamente al giudice amministrativo la giurisdizione sulla "sorte del contratto" che si pone a valle di un procedimento amministrativo viziato, secondo l'ordinario criterio di riparto di giurisdizione spetta al giudice amministrativo conoscere dei vizi del procedimento amministrativo, e al giudice ordinario dei vizi del contratto, anche quando si tratti di invalidità derivata dal procedimento amministrativo presupposto dal contratto.