Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13806 del 29 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:13806PEN

Massima

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Il furto di cose mobili che, pur essendo destinate allo smaltimento, conservano un autonomo valore economico per il proprietario, integra il reato di furto. Ai fini della configurabilità del reato di furto, il bene oggetto della condotta criminosa non deve essere considerato unicamente nella sua semplice consistenza materiale, ma è necessario fare riferimento anche alla normale destinazione d'uso dello stesso, equipollente al profitto illecito che ne trae colui che se ne è impossessato. Pertanto, anche la cosa avariata, usurata o inutilizzabile e più in generale non più idonea a soddisfare il bisogno a cui era originariamente destinata, non è di per sé incompatibile con la nozione di "cosa mobile" di cui all'art. 624 c.p., qualora essa conservi oggettivamente un valore di scambio. Inoltre, il fatto che il bene sia destinato allo smaltimento non esclude la sua qualificazione come oggetto materiale del reato di furto, qualora il proprietario intenda recuperarne alcune componenti di valore, come nel caso del rame contenuto nei cavi elettrici. Pertanto, l'aggravante di cui all'art. 625, comma 1, n. 7 c.p. è configurabile anche quando il furto abbia ad oggetto cose esposte per necessità alla pubblica fede, come i cavi elettrici dismessi ma conservati in attesa del loro smaltimento, in quanto destinati al pubblico servizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. ROMANO Giulio - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 25/1/2018 della Corte d'appello di Messina;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Luca Pistorelli;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Picardi Antonietta, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte d'appello di Messina ha confermato la conda…

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