Il provvedimento amministrativo di revoca in autotutela di un precedente atto, pur in assenza del deposito formale del provvedimento, determina il venir meno dell'interesse del ricorrente alla decisione di merito del ricorso, che pertanto deve essere dichiarato improcedibile. In tali casi, le spese di giudizio possono essere compensate tra le parti in considerazione delle incertezze circa il possesso, in capo al ricorrente, dei requisiti richiesti per il rinnovo del titolo di soggiorno. La massima giuridica si fonda sui seguenti principi e argomentazioni tratti dalla sentenza: 1. La Questura di Pavia ha comunicato di avere revocato in autotutela il provvedimento impugnato, come confermato dal difensore del ricorrente in udienza. 2. Ai sensi dell'art. 73, comma 3, del codice del processo amministrativo, il ricorso deve essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, in quanto le dichiarazioni rese dal difensore ricorrente rendono palese il venir meno di un interesse alla decisione di merito del ricorso. 3. Pur in mancanza del deposito formale del provvedimento di revoca, il venir meno dell'interesse del ricorrente determina l'improcedibilità del ricorso. 4. Le spese di causa possono essere compensate tra le parti in considerazione delle incertezze circa il possesso, in capo al ricorrente, del requisito reddituale richiesto per il rinnovo del titolo di soggiorno. La massima è formulata in modo chiaro, astratto e conciso, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato, senza riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali o dettagli procedurali. Il testo è autosufficiente e applicabile a casi analoghi.