Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45705 del 13 novembre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:45705PEN

Massima

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La misura cautelare della custodia in carcere può essere disposta dal giudice solo quando risulti strettamente necessaria e proporzionata rispetto alle esigenze cautelari, non essendo sufficiente il mero pericolo di reiterazione dei reati della stessa specie. Il giudice è tenuto a motivare adeguatamente la scelta della misura più grave, valutando l'idoneità di misure meno afflittive, come la sospensione dal servizio o gli arresti domiciliari anche con braccialetto elettronico, a realizzare le finalità di prevenzione dei reati. L'omessa o insufficiente motivazione su tali aspetti determina l'illegittimità del provvedimento cautelare, in quanto viola il principio di proporzionalità e il diritto di difesa dell'indagato. La rinuncia al ricorso da parte dell'indagato non esclude la condanna alle spese processuali e alla sanzione pecuniaria, in assenza di distinzioni normative tra le ipotesi di inammissibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE AMICIS Gaetano - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. GIORDANO E. Anna - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 22/05/2023 del Tribunale del Riesame di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS), chiede l'annullamento dell'ordinanza del 22 maggio 2023 con la qual…

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