Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45127 del 6 novembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:45127PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che si appropria indebitamente di beni in custodia presso l'ufficio in cui presta servizio, abusando della propria funzione, commette un grave reato di peculato, la cui gravità non può essere attenuata dalla mera circostanza che il valore del bene sottratto sia modesto, in quanto la condotta è da valutare anche in relazione alla violazione dei doveri inerenti alla funzione pubblica esercitata e alla lesione della fiducia riposta nella correttezza del pubblico agente. In tali casi, la pena deve essere commisurata tenendo conto della gravità oggettiva e soggettiva del fatto, senza che possano rilevare a tal fine eventuali precedenti penali o provvedimenti disciplinari a carico dell'imputato, i quali anzi aggravano la sua posizione, in quanto indice di una personalità propensa alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/10/2018 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere CATERINA MAZZITELLI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. LORI Perla, che ha concluso chiedendo
Il Proc. Gen. conclude per l'annullamento con rinvio per il trattamento sanzionatorio;
udito il difensore:<…

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