Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha affermato il seguente principio di diritto: L'Amministrazione comunale ha l'obbligo di provvedere espressamente sulle diffide presentate da un soggetto proprietario di un immobile, con le quali si richiede l'adozione di provvedimenti inibitori nei confronti di un'attività industriale e commerciale svolta da un terzo all'interno dello stesso immobile, anche in assenza di idonei titoli autorizzativi. Tale obbligo di provvedere sussiste in capo all'Amministrazione in virtù dei doveri di correttezza e buona amministrazione, a prescindere dalla natura discrezionale o vincolata dell'azione amministrativa richiesta, atteso che il privato vanta una legittima aspettativa a conoscere il contenuto e le ragioni delle determinazioni dell'Amministrazione. Pertanto, il silenzio serbato dall'Amministrazione comunale sulle diffide presentate integra un illegittimo silenzio-inadempimento, che obbliga l'Amministrazione a pronunciarsi in modo espresso entro un congruo termine, decorso il quale può essere nominato un Commissario ad acta per l'adozione dei provvedimenti dovuti.