Il reato di corruzione non è configurabile in assenza di un accordo corruttivo sinallagmatico tra il compimento di un atto d'ufficio e la dazione o promessa di una utilità, non potendo assumere rilievo le prestazioni professionali remunerate in ragione di rapporti personali preesistenti tra il pubblico agente e il privato. Inoltre, il delitto di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente ex art. 353-bis c.p. non è configurabile in caso di affidamento diretto privo di un segmento valutativo concorrenziale, essendo necessario che la condotta perturbatrice abbia ad oggetto il contenuto di un bando o di un atto equipollente che disciplini le modalità di selezione dei concorrenti. La mera violazione dell'obbligo di astensione in presenza di conflitto di interessi non è sufficiente a integrare il reato di turbativa d'asta ex art. 353 c.p., in assenza di condotte idonee a ledere l'interesse pubblico alla libera concorrenza e alla massimizzazione delle offerte.