Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20478 del 9 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:20478PEN

Massima

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Il possesso di un documento di identità falso, anche se destinato ad uso personale, integra il reato di cui all'art. 497-bis, comma 2, c.p. qualora il soggetto abbia concorso nella sua contraffazione, essendo tale ipotesi autonoma e più gravemente sanzionata rispetto al mero possesso per uso personale previsto dal comma 1 della medesima disposizione. La contestazione della recidiva deve essere espressamente formulata per ciascuna imputazione, non potendosi estendere automaticamente ad addebiti autonomi, anche se commessi nel medesimo contesto, in assenza di una specifica previsione. Il termine di prescrizione dei reati di cui agli artt. 495 e 497-bis c.p. decorre dalla data di commissione della condotta e matura, in assenza di cause interruttive o sospensive, prima dell'emissione della sentenza di secondo grado, determinando l'estinzione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V.S. - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di appello di Venezia del 9/02/2017;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e li ricorso;
udita;a relazione svolta dal consigliere Barbara Calaselice;
udito il pubblico ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale Di Leo Giovanni, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Venezia, in riforma della sentenza del 11 giugno 2012, ha dich…

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