Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 39116 del 24 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:39116PEN

Massima

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La misura di prevenzione della sorveglianza speciale può essere applicata ai soggetti che vivono abitualmente anche in parte con i proventi di attività delittuose, purché sia accertato il nesso causale tra la condotta di vita descritta e la generazione di profitti in capo al proposto, i quali costituiscano in una determinata epoca una componente significativa del suo reddito. Inoltre, il giudizio di attualità della pericolosità sociale deve tenere conto del rilevante scarto temporale tra l'epoca di commissione dei fatti di rilevanza penale e il momento di formulazione del giudizio di prevenzione, nonché del percorso carcerario e del comportamento inframurario del proposto durante l'intero periodo di detenzione, al fine di valutare la persistenza dei presupposti per l'applicazione della misura.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. GIORGI Maria S. - rel. Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 02/07/2018 della Corte d'appello di Catanzaro.
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa GIORGI ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa CASELLA Giuseppina, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio del decreto impugnato.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'appello di Catanzaro, con…

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