Gli accertamenti condotti dai pubblici ufficiali, nell'esercizio delle loro funzioni, sono assistiti da fede privilegiata fino a querela di falso ai sensi dell'art. 2700 c.c., di tal che gli stessi hanno valore fidefacente per quanto attiene alla realtà come esistente in un certo momento storico ed in un determinato luogo. Pertanto, una volta accertato dall'autorità competente l'esercizio di un'attività commerciale in assenza del necessario titolo abilitativo, l'amministrazione è tenuta a disporne la cessazione immediata, senza poter valutare la possibilità di mantenere comunque l'attività in essere. Ciò in quanto, in difetto di titolo, l'attività medesima non può essere legittimamente esercitata, costituendo la cessazione l'unica misura adottabile. Il provvedimento di chiusura dell'attività, adottato sulla base di tali accertamenti, non è viziato da difetto di istruttoria o di motivazione, atteso che esso poggia sul corretto accertamento dei fatti e la cessazione dell'attività costituisce la conseguenza necessitata dell'assenza del titolo abilitativo.