Cassazione penale Sez. I sentenza n. 1506 del 11 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:1506PEN

Massima

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La continuità del disegno criminoso, quale presupposto essenziale per la configurabilità della continuazione tra più reati, richiede la rappresentazione fin dall'inizio, da parte dell'autore, dei singoli episodi criminosi almeno nelle loro linee essenziali, sicché la mera partecipazione ad un'associazione per delinquere non può costituire, di per sé sola, prova dell'unicità di disegno criminoso tra i reati commessi per il perseguimento degli scopi associativi. Pertanto, il giudice deve accertare con adeguata motivazione l'effettiva sussistenza di tale unitarietà di programma criminoso, non essendo sufficiente la mera vicinanza temporale o la connessione oggettiva tra i reati, laddove risulti che gli stessi siano stati ideati e realizzati in tempi e contesti diversi, senza che il reo avesse previamente concepito e deliberato, almeno nelle linee essenziali, l'intero iter criminoso. Solo in tal caso è possibile riconoscere la continuazione tra i reati, con conseguente applicazione del relativo trattamento sanzionatorio più favorevole per l'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. CANZIO Giovanni - Consigliere

Dott. URBAN Giancarlo - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 05/03/2007 CORTE APPELLO di LECCE;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. VECCHIO MASSIMO;

Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Dott. CIAMPOLI Luigi, sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso per il rigetto del ricorso con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.

RILEVA IN FATTO E I…

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