Cassazione penale Sez. V sentenza n. 4061 del 29 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:4061PEN

Massima

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La circostanza aggravante del metodo mafioso di cui all'art. 7 della legge n. 203 del 1991 non è configurabile sulla base delle sole caratteristiche soggettive dell'agente o della mera commissione del reato in un territorio ove è nota la presenza di associazioni criminali di tipo mafioso, ma richiede che l'agente si avvalga della particolare efficacia intimidatrice derivante dall'esistenza concreta e percepibile di un sodalizio che si connoti delle peculiarità descritte dall'art. 416-bis c.p., in modo tale da far percepire alla vittima l'appartenenza dell'agente a tale contesto criminale organizzato. Pertanto, la semplice condotta violenta o minacciosa, pur se idonea a creare un clima di intimidazione, non è sufficiente a integrare l'aggravante del metodo mafioso, essendo necessario che l'agente faccia credere alla vittima di agire in sinergia con un clan camorristico o comunque di appartenere a un'associazione di tipo mafioso, così da sfruttare la particolare forza di coartazione psicologica derivante da tale appartenenza. Inoltre, la valutazione circa la sussistenza di tale aggravante deve essere effettuata sulla base di circostanze di fatto oggettivamente valutabili, senza poter desumerla dalle sole caratteristiche soggettive dell'agente o dalla mera commissione del reato in un contesto territoriale ove è nota la presenza di organizzazioni criminali di stampo mafioso. Infine, la sostituzione della misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari, pur in presenza di esigenze cautelari, può essere disposta quando, a seguito dell'esclusione della circostanza aggravante del metodo mafioso, risulti sufficiente la meno afflittiva misura degli arresti domiciliari per impedire la reiterazione del reato, in ossequio al principio di proporzionalità e di minor sacrificio della libertà personale dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI SALERNO;
nei confronti di:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 228/2015 TRIB. LIBERTA' di SALERNO, del 18/05/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PEZZULLO ROSA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. SELVAGGI Eugenio, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito il difensore degli indagati, avv.to (OMISSIS), che ha concl…

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