Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Catania sentenza n. 994 del 2019

ECLI:IT:TARCT:2019:994SENT

Massima

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La scadenza del termine di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità, ai sensi dell'art. 13, comma terzo, della legge 25 giugno 1865, n. 2359, comporta la sua sopravvenuta inefficacia e la conseguente illiceità del possesso del terreno, a suo tempo oggetto della ordinanza di occupazione d'urgenza; di conseguenza, il decreto di esproprio, qualora sia emesso oltre la scadenza del termine finale per il completamento della procedura espropriativa, deve essere dichiarato tardivo e tamquam non esset, sia in base all'art. 13 della legge n. 2359 del 1865, sia in base all'art. 13 del D.P.R. n. 327 del 2001. Rispetto al diritto reale vantato dal proprietario, nel caso in cui il decreto di esproprio sia mancante, o tardivo in quanto emesso dopo la scadenza di una valida dichiarazione di pubblica utilità, si è in presenza di un potere validamente sorto ma, in relazione alla sua struttura essenzialmente di durata, colpito da nullità sopravvenuta, la quale va a sanzionare ex nunc una disfunzione dell'andamento amministrativo per il suo cattivo esercizio, non essendo stati rispettati i termini e operando, quindi, l'inefficacia sugli effetti futuri, o meglio sulla operatività dei suoi presupposti - vincolo urbanistico e/o dichiarazione di pubblica utilità. Pertanto, l'impugnazione del tardivo decreto di esproprio è fondata e va accolta mediante declaratoria di inefficacia del decreto stesso, poiché emesso tardivamente e, pertanto, inutiliter datum, o tamquam non esset. Nell'ipotesi di provvedimento di acquisizione ex art. 42-bis T.U. espropriazioni, l'ente oltre ad adottare tutti i provvedimenti necessari a definire la procedura espropriativa (frazionamento e trascrizione) dovrà corrispondere al proprietario: un indennizzo corrispondente al valore venale dei terreni occupati al momento dell'adozione del provvedimento di acquisizione, oltre il 10% della metà di tale valore per il ristoro del danno non patrimoniale; il risarcimento per l'occupazione illegittima, da computare con decorrenza dalla scadenza del termine di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità nella misura dell'interesse del 5% sul valore venale del terreno occupato al momento dell'adozione del provvedimento di acquisizione. Dalle somme dovute al proprietario, sia nel caso di restituzione previa riduzione in pristino, sia nel caso di acquisizione ai sensi del citato art. 42-bis, dovranno esser detratte, secondo i criteri di imputazione di cui agli artt. 1993 e 1194 c.c., quelle eventualmente già corrisposte a titolo di indennità di esproprio/occupazione.

Sentenza completa

Pubblicato il 03/05/2019

N. 00994/2019 REG.PROV.COLL.

N. 01075/2014 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia

sezione staccata di Catania (Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1075 del 2014, integrato da motivi aggiunti, proposto da
((omissis)), rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis))ì, presso il cui studio è elettivamente domiciliato in Catania, via Crociferi 60;

contro

Comune di Noto, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. ((omissis)) in Catania, via R. Imbriani, 222;

quanto al ricorso introduttivo:

per la condanna del Comune di Noto alla restituzione del terreno sito nel centro abitato di detto Co…

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