Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43313 del 24 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:43313PEN

Massima

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Il reato associativo finalizzato alla commissione di truffe, con ripartizione dei compiti, vincolo di solidarietà e spartizione del denaro, è configurabile anche in assenza di una struttura gerarchica rigida e di una pianificazione dettagliata delle attività criminose, essendo sufficiente la consapevole partecipazione dell'imputato al gruppo organizzato e alla realizzazione delle condotte illecite. Inoltre, l'imputazione di tentata estorsione è corretta quando l'imputato, nella consapevolezza della non spettanza della sua pretesa, abbia inteso conseguire un ingiusto profitto, anche in relazione a rimborsi o cessazione di controlli, attraverso minacce o violenza morale. Il giudizio di bilanciamento delle circostanze può essere mantenuto in termini di equivalenza sulla base di plurimi elementi negativi che qualificano la vicenda, nonostante la presenza di circostanze attenuanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo L. - Presidente

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - rel. Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. GA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 3745/2009 CORTE APPELLO di PALERMO, del 13/10/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/10/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNA VERGA;

udito il P.G. in persona del Dott. GIALANELLA Antonio che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito, per la parte civile, l'avv. ((omissis)) in s…

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