Il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, pur essendo un reato grave, può essere mitigato dalla sussistenza di circostanze attenuanti generiche, le quali consentono al giudice di determinare una pena inferiore al minimo edittale previsto dalla norma, purché la stessa rimanga comunque proporzionata alla fattispecie concreta e non risulti manifestamente illegale. Il giudice, nel valutare la pena da irrogare, deve bilanciare l'esigenza di repressione del fenomeno criminoso con i principi di individualizzazione e umanizzazione della sanzione penale, tenendo conto delle peculiarità del caso concreto e della posizione dell'imputato. La pena, pertanto, pur dovendo essere adeguata alla gravità del fatto, non può prescindere dalla considerazione di elementi soggettivi e oggettivi che possono incidere sulla sua determinazione, al fine di realizzare un giusto equilibrio tra le diverse finalità della pena, quali la prevenzione generale e speciale, la rieducazione del condannato e la proporzionalità della sanzione.