Il parere negativo della Soprintendenza, espresso ai sensi dell'art. 32 della legge n. 47/1985, sulla compatibilità paesaggistica di opere oggetto di condono edilizio, è legittimo quando, sulla base di una valutazione discrezionale e tecnico-specialistica, emerga che l'intervento abusivo, per dimensioni, forme e tipologia, risulti incompatibile con le esigenze di tutela e preservazione del paesaggio, anche in considerazione del contesto urbanistico già compromesso, non potendo l'esistenza di costruzioni analoghe legittimare ulteriori abusi in danno del residuo valore paesistico della zona. Il limite volumetrico di 750 mc. previsto dall'art. 39 della legge n. 724/1994 si applica indistintamente a tutte le opere oggetto della medesima istanza di condono, senza distinzione tra destinazioni residenziali e non residenziali. Il parere della Soprintendenza, in materia di tutela paesaggistica, gode di ampia discrezionalità tecnico-specialistica e può essere sindacato in sede giurisdizionale solo per manifesta illogicità, irragionevolezza o errore di fatto.