Il giudice di merito, in presenza di una causa di estinzione del reato, può pronunciare sentenza di proscioglimento nel merito ai sensi dell'art. 129 c.p.p., comma 2, solo quando emerga dagli atti in modo assolutamente non contestabile l'estraneità dell'imputato al fatto contestato, senza necessità di ulteriore approfondimento probatorio. In caso di contraddittorietà o insufficienza della prova, il giudice è tenuto a dichiarare l'estinzione del reato, salvo che, in presenza di una parte civile, sia necessario un esame approfondito del compendio probatorio ai fini delle statuizioni civili o, in assenza di parte civile, il giudice ritenga infondata l'impugnazione del P.M. avverso una sentenza di assoluzione in primo grado. In tali ipotesi, il proscioglimento nel merito prevale sulla causa estintiva, in applicazione del principio del favor rei. La dichiarazione di falsità di atti, ai sensi dell'art. 537 c.p.p., può essere pronunciata solo in presenza di un motivato accertamento della falsità, che non risulta nel caso di specie.