Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43221 del 19 novembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:43221PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esercitare il sindacato sulla motivazione della sentenza impugnata, deve limitarsi a verificare l'esistenza di un apparato argomentativo logico e coerente, senza poter sindacare la correttezza della stessa in relazione ai dati processuali. Pertanto, la motivazione della sentenza di condanna per il reato di lesioni personali è da ritenersi congrua e logica laddove si fondi sulle dichiarazioni della parte offesa, ritenute attendibili, e sui referti medici comprovanti le lesioni, senza che assumano rilievo decisivo eventuali anomalie nel comportamento successivo della persona offesa o la mancata credibilità di testimoni oculari, ove adeguatamente motivate dal giudice di merito. Il giudice di legittimità, infatti, non può sostituire la propria valutazione delle prove a quella effettuata dal giudice di appello, essendo precluso il riesame del merito della decisione impugnata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. IACOBELLIS Marcello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TI. TO., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 01/10/1970 TRIBUNALE di VICENZA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. PALLA STEFANO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. Cedrangolo O., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Ti. To., a mezzo del proprio dife…

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