Cassazione penale Sez. V sentenza n. 313 del 10 gennaio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:313PEN

Massima

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Il delitto di minaccia di cui all'art. 612 c.p. richiede che la condotta del reo sia oggettivamente idonea a cagionare effetti intimidatori nel soggetto passivo, valutata secondo un criterio di media sensibilità e in relazione alle concrete circostanze del fatto. Tuttavia, anche laddove le espressioni utilizzate dal reo abbiano un tenore letteralmente minaccioso, esse possono perdere tale connotazione qualora, in considerazione del contesto in cui sono state pronunciate, risultino essere una mera reazione di rabbia e disprezzo a un precedente comportamento offensivo e umiliante della persona offesa, privo di effettiva capacità di incutere timore. In tali casi, la condotta non può ritenersi penalmente rilevante ai fini del delitto di minaccia, in quanto obiettivamente inidonea a restringere la libertà psichica del soggetto passivo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria T. - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. SESSA Renata - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/05/2020 del TRIBUNALE di REGGIO EMILIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. RENATA SESSA;
letta la requisitoria del Sostituto Procuratore Dr. TASSONE KATE, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata;
letta la memoria del difensore della parte civile, che ha chiesto rigettarsi il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 14…

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