Cassazione penale Sez. II sentenza n. 13341 del 30 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:13341PEN

Massima

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Il contributo causale dell'indagato, anche pregresso, alla realizzazione dei reati contestati può essere logicamente desunto dal contenuto delle intercettazioni, le quali testimoniano la sua partecipazione attiva e la gestione sostanziale di attività illecite, nonostante la formale intestazione a terzi. La sussistenza dell'aggravante dell'agevolazione mafiosa è motivata dalla presenza di un'associazione criminale stabilizzata in altro contesto geografico, i cui affiliati operavano anche nel territorio romano, con caratteristiche di capacità e forza di intimidazione, nonché dalla conoscenza di tali caratteristiche da parte dei soggetti coinvolti. In presenza di gravi indizi di colpevolezza per reati aggravati ai sensi dell'art. 416-bis.1 c.p., opera una presunzione, sebbene relativa, di sussistenza delle esigenze cautelari e di adeguatezza della misura custodiale massima, la quale può essere superata solo dalla difesa attraverso l'allegazione di elementi idonei a dimostrarne l'insussistenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BELTRANI Sergio - Presidente

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 27/05/2022 del TRIB. LIBERTA' di ROMA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. VINCENZO TUTINELLI;
sentite le conclusioni del PG Dr. LIDIA GIORGIO, che conclude per l'inammissibilita'.
Il difensore presente chiede l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, il Tribunale del riesame di Roma ha confermato l'ordinanza 23 febbraio 2022 con cui il GIP del Tribunale di…

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