La revisione della patente di guida costituisce un provvedimento discrezionale adottato dall'amministrazione per ragioni di sicurezza della circolazione stradale, al fine di accertare se il conducente sia ancora idoneo alla guida degli autoveicoli. Tale verifica può essere disposta qualora sorgano dubbi sulla persistenza dei requisiti fisici e psichici prescritti o dell'idoneità tecnica, senza che sia necessario l'accertamento di una violazione delle norme sul traffico o di una disposizione penale o civile. L'atto che dispone la revisione non ha finalità punitive o sanzionatorie, ma è preordinato a scongiurare eventuali riflessi negativi sulla capacità di condurre il veicolo. Pertanto, l'amministrazione può legittimamente adottare il provvedimento di revisione della patente sulla base di una nuova situazione di fatto che rappresenti una possibile fonte di rischio per la sicurezza stradale, come il rilascio di un contrassegno speciale di circolazione e sosta a favore del conducente in ragione della sua ridotta capacità di deambulazione. La violazione delle garanzie procedimentali, come l'omessa comunicazione di avvio del procedimento, non inficia la legittimità del provvedimento finale qualora l'amministrazione dimostri che il contenuto dello stesso non avrebbe potuto essere diverso da quello adottato, in applicazione del principio di sanatoria previsto dall'art. 21-octies, comma 2, della Legge n. 241/1990.