Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26112 del 3 luglio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:26112PEN

Massima

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Il delitto di minaccia aggravata di cui all'art. 612, comma 2, cod. pen. si configura quando la condotta dell'agente, valutata secondo un criterio medio e in relazione alle concrete circostanze del fatto, sia potenzialmente idonea a incidere sulla libertà morale della vittima, a prescindere dall'effettiva percezione di intimidazione da parte di quest'ultima. Ai fini della determinazione della pena base, il giudice è tenuto a una specifica motivazione in ordine ai criteri soggettivi ed oggettivi elencati dall'art. 133 cod. pen. quando irroghi una pena pari o superiore al medio edittale, nonché a esplicitare il giudizio di bilanciamento tra le circostanze aggravanti e attenuanti riconosciute. Inoltre, in tema di reato continuato, il giudice deve calcolare e motivare l'aumento di pena in modo distinto per ciascuno dei reati satellite, nel rispetto del rapporto di proporzione tra le pene e dei limiti previsti dall'art. 81 cod. pen.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. MASINI Tiziano - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere-Rel.

Dott. CARUSILLO Elena - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Pi.An. nato il (Omissis)
avverso la sentenza dell'11 gennaio 2023 della Corte Appello di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Francolini Giovanni;
lette:
- la requisitoria scritta presentata - ex art. 23, comma 8, decreto-L. 28 ottobre 2020, n. 137, conv. con modif. dalla L. 18 dicembre 2020, n. 176 - dal Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione Lignola Ferdinando, che ha chiesto l'annullamento con rinvio del…

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