Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25203 del 16 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:25203PEN

Massima

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Il tentativo di reato si configura quando gli atti compiuti, pur non essendo ancora giunti alla fase esecutiva, risultano idonei e diretti in modo non equivoco a realizzare il delitto programmato, indipendentemente dall'insuccesso determinato da fattori estranei alla volontà dell'agente. Ai fini della sussistenza del tentativo, gli atti preparatori possono assumere rilevanza penale quando, valutati ex ante, rivelino l'adeguatezza causale e l'attitudine a creare una situazione di pericolo concreto per il bene giuridico tutelato, anche se non si sia ancora giunti all'inizio dell'esecuzione. L'inequivocità degli atti deve essere desunta dalla loro oggettiva idoneità a realizzare il proposito criminoso, dal contesto in cui si inseriscono e dalla loro natura, che devono rivelare l'intenzione dell'agente, anche attraverso elementi sintomatici desumibili da qualsiasi prova. La premeditazione, quale aggravante del tentativo di omicidio, sussiste quando vi sia sia l'elemento cronologico, rappresentato dall'apprezzabile intervallo temporale tra l'insorgenza del proposito criminoso e la sua realizzazione, sia l'elemento ideologico, consistente nella ferma risoluzione criminosa perdurante senza soluzioni di continuità. Il giudice di appello, nel confermare la pena inflitta in primo grado nonostante l'eliminazione di una circostanza aggravante, non viola il divieto di reformatio in peius, potendo ritenere adeguata la pena originariamente irrogata, in considerazione del ruolo e del grado di partecipazione dell'imputato al fatto criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. DI TOMASSI ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 778/2013 CORTE APPELLO di BOLOGNA, del 05/07/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/02/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAVALLO ALDO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FODARONI Maria G., che ha concluso per il rigetto del ricorso.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) e (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO<…

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