Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32353 del 13 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:32353PEN

Massima

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Il diritto di critica, esercitato attraverso l'invio di esposti o segnalazioni al titolare dell'iniziativa disciplinare, costituisce una causa di giustificazione che esclude la configurabilità del reato di diffamazione, purché le espressioni utilizzate siano oggettivamente lesive della reputazione altrui ma proporzionate allo scopo di ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. Pertanto, la valutazione della sussistenza del diritto di critica richiede l'analisi del contesto in cui le dichiarazioni sono state rese, del destinatario degli scritti e della continenza dei termini utilizzati rispetto allo scopo perseguito, essendo necessario accertare se le espressioni impiegate, pur potendo risultare oggettivamente offensive, trovino giustificazione nell'esercizio di tale diritto. Solo in presenza di tali presupposti, la condotta non integra il delitto di diffamazione, in quanto riconducibile all'esimente di cui all'art. 51 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. SCOTTI Umberto L. - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. TUDINO A. - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
inoltre:
(OMISSIS);
(OMISSIS);
(OMISSIS);
(OMISSIS);
(OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/09/2017 del GIUDICE DI PACE di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ALESSANDRINA TUDINO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore FIMIANI PASQUALE;
Il Proc. Gen. conclude per l&…

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