Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21223 del 17 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:21223PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale perde di efficacia e l'interesse all'impugnazione viene meno quando, nelle more del giudizio di gravame, l'imputato è stato rimesso in libertà, in quanto l'eventuale accoglimento del ricorso non potrebbe comunque incidere su una misura ormai priva di effetti. Pertanto, in tali casi, il ricorso per cassazione deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, senza che ciò comporti la condanna al pagamento delle spese processuali e della sanzione pecuniaria, non essendo configurabile un'ipotesi di soccombenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanue - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 529/2012 TRIB. LIBERTA' di PERUGIA, del 03/10/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. EMANUELE DI SALVO;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. IACOVIELLO ((omissis)), inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) ricorre per cassazione avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Perugia, in data 3-10-12, che ha confermato l'ordinanza di …

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