Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21473 del 31 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:21473PEN

Massima

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La diffusione di un messaggio diffamatorio mediante invio di e-mail a più destinatari, anche se in una cerchia chiusa e predefinita, integra il reato di diffamazione aggravata ai sensi dell'art. 595, comma 3, c.p., in quanto consente la comunicazione a più persone attraverso l'invio contemporaneo a una pluralità di indirizzi, a prescindere dalla particolare modalità di trasmissione utilizzata (come il sistema "forward"). Ciò in quanto la comunicazione a più soggetti, anche se non indeterminati, è idonea a ledere la reputazione della persona offesa in misura maggiore rispetto alla diffamazione semplice, configurandosi una forma di pubblicità del mezzo utilizzato. Pertanto, la competenza per il reato di diffamazione aggravata spetta al Tribunale in composizione monocratica e non al Giudice di Pace, a prescindere dalla natura riservata della casella di posta elettronica e dalla chiusura del gruppo di destinatari, essendo sufficiente l'invio simultaneo a più indirizzi per integrare l'aggravante della diffusione. L'interesse della parte civile a impugnare la pronuncia di incompetenza è riconosciuto in quanto la declaratoria di nullità della sentenza di primo grado, che aveva accolto la sua domanda risarcitoria, determina uno svantaggio processuale e un maggior rischio di prescrizione del reato, configurando un interesse di natura utilitaristica al gravame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS), parte civile;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/12/2019 del TRIBUNALE di CHIETI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MATILDE BRANCACCIO;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore Generale Dott. ODELLO Lucia, che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la decisione in epigrafe, il Tribunale di Chieti ha dichi…

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