Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21149 del 3 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:21149PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la credibilità della persona offesa costituita parte civile, è tenuto a un vaglio più penetrante e rigoroso rispetto a quello generico cui vengono sottoposte le dichiarazioni di qualsiasi testimone, dovendo verificarne la credibilità soggettiva e l'attendibilità intrinseca del racconto, anche attraverso il riscontro con altri elementi probatori, salvo che non incorra in manifeste contraddizioni. Tuttavia, la valutazione della credibilità della persona offesa rappresenta una questione di fatto, la cui motivazione non può essere rivalutata in sede di legittimità, se non in presenza di vizi logici o contraddittori. Pertanto, le dichiarazioni della persona offesa, se ritenute credibili e attendibili dal giudice di merito, possono costituire fonte di prova sufficiente per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, anche in assenza di ulteriori riscontri, purché la motivazione in tal senso sia adeguata e immune da vizi logici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/11/2015 del TRIBUNALE di TERAMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/11/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dott. PEZZULLO ROSA;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CORASANITI GIUSEPPE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. CORASANITI Giuseppe, ch…

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