La revoca dell'autorizzazione amministrativa per l'esercizio di un'attività ricettiva extralberghiera di ostello della gioventù è legittima qualora venga accertato che la struttura non rispetta il requisito essenziale previsto dalla legge regionale, ovvero la permanenza massima di ciascun ospite per un periodo non superiore a sette giorni. Il Comune, infatti, conserva il potere di revocare in autotutela i propri provvedimenti amministrativi anche in assenza di una specifica previsione normativa, qualora accerti il venir meno dei presupposti per il loro rilascio. La revoca, in tal caso, non può essere considerata una sanzione eccessiva o sproporzionata, in quanto volta a ripristinare la legittimità dell'esercizio dell'attività ricettiva, in conformità alla finalità perseguita dal legislatore regionale di impedire la trasformazione degli ostelli in strutture destinate alla locazione abitativa. L'Amministrazione, inoltre, non è tenuta a seguire uno specifico procedimento per l'adozione del provvedimento di revoca, essendo sufficiente che l'atto risulti adeguatamente motivato in fatto e in diritto sulla base degli accertamenti compiuti. La revoca dell'autorizzazione, pertanto, è legittima qualora l'Amministrazione accerti che la struttura ricettiva non rispetta il requisito della permanenza massima di sette giorni per ciascun ospite, essendo stata riscontrata la presenza stabile di un soggetto che occupa l'intero immobile a fronte del pagamento di un canone settimanale, in evidente violazione della normativa regionale che disciplina gli ostelli per la gioventù.