Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22820 del 30 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:22820PEN

Massima

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Il metodo mafioso, ai fini dell'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 7 L. 203/1991, si configura quando l'agente pone in essere una condotta idonea ad esercitare una particolare coartazione psicologica su una o più persone determinate, apertamente violate nella loro libertà e tranquillità, con i caratteri propri dell'intimidazione derivante dall'organizzazione criminale della specie considerata, evocativa della forza del vincolo associativo. Pertanto, la valutazione della sussistenza di tale aggravante deve essere effettuata sulla base di un complessivo quadro indiziario, che tenga conto non solo dell'episodio specifico contestato, ma anche di una pluralità di elementi indiziari convergenti, quali l'insistenza nell'avanzare offerte di denaro alla vittima, l'accerchiamento e le minacce dirette a indurla a desistere dalla gara d'asta, nonché l'attivazione di intermediari che si qualificano come appartenenti all'organizzazione criminale, espressivi della consapevolezza dell'agente di agire secondo il metodo mafioso. In tale contesto, anche l'affermazione dell'indagato di non potersi esporre, pur in assenza di una minaccia esplicita, può assumere un significato sintomatico della sua consapevolezza del rilievo criminale della condotta posta in essere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 08/02/2016 del Tribunale di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Laura Scalia;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Birritteri Luigi, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento dei motivi del ricorso.
RITENUTO IN FATTO

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