Il diniego di autorizzazione paesaggistica per la realizzazione di una piattaforma per la discesa a mare in un'area sottoposta a tutela, in quanto ritenuta espressione suggestiva del paesaggio costiero caratterizzato da valori geologici, naturalistici e ambientali di notevole interesse, è legittimo laddove l'intervento risulti suscettibile di alterare i caratteri paesaggistici e ambientali del sito, in contrasto con le previsioni del piano paesaggistico che non consentono in tali contesti interventi che ne compromettano i valori e i contenuti specifici. L'Amministrazione non è tenuta a indicare gli accorgimenti necessari per rendere la richiesta paesaggisticamente compatibile, qualora ritenga che nessun accorgimento risulti possibile, in quanto lo specifico tratto costiero deve restare immutato. Il preavviso di diniego, pur espressamente previsto dall'art. 146, comma 8, del d.lgs. n. 42/2004 in capo al Soprintendente, non è indispensabile qualora il provvedimento finale non avrebbe potuto avere un diverso contenuto dispositivo, in applicazione dell'art. 21-octies, comma 2, della legge n. 241/1990. Il silenzio-assenso non può formarsi nei procedimenti riguardanti il patrimonio culturale e paesaggistico, in applicazione dell'art. 20, comma 4, della legge n. 241/1990, come modificato nel 2005, direttamente applicabile nella Regione Siciliana a seguito dell'abrogazione dell'art. 46, comma 2, ultimo periodo, della l.r. n. 17/2004. La circostanza che la concessione demaniale sia stata rilasciata in passato e che nella medesima area sorgano altri stabilimenti balneari o discese al mare private, non incide sulla legittimità del diniego di autorizzazione paesaggistica, atteso che l'Amministrazione è tenuta a valutare la compatibilità dell'intervento con i valori paesaggistici del sito, a prescindere da precedenti concessioni o dalla presenza di altre strutture analoghe.