Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44403 del 24 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:44403PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso può essere desunta non solo da elementi diretti, ma anche da indizi quali le frequentazioni abituali con soggetti affiliati, i rapporti di parentela con esponenti della cosca e il contenuto di conversazioni intercettate, purché tali elementi siano valutati nel loro complesso e consentano di ritenere l'inserimento del soggetto nel contesto associativo e la sua attiva partecipazione alle attività delittuose del sodalizio, anche attraverso il compimento di specifici reati, come il tentato omicidio e la detenzione di armi da guerra. L'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991 può trovare applicazione quando gli elementi indiziari dimostrino che il reato è stato commesso avvalendosi delle condizioni previste da tale norma, ossia dello stato di assoggettamento e di omertà tipico delle associazioni di tipo mafioso, a prescindere dalla prova di un diretto collegamento con la specifica organizzazione criminale. Inoltre, per la configurabilità del tentativo di reato, rilevano non solo gli atti esecutivi veri e propri, ma anche quegli atti preparatori che, pur non integrando gli estremi della fattispecie consumata, facciano fondatamente ritenere che l'agente abbia definitivamente approntato il piano criminoso e iniziato ad attuarlo, con significativa probabilità di conseguire l'obiettivo programmato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinan - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 43/2014 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 31/01/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FERDINANDO LIGNOLA;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dr. Mario Fraticelli, ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

il difensore del ricorrente, avv. (OMISSIS), anche in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), ha concluso chiedendo l'accoglimento dei motivi di ricorso.

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