Cassazione penale Sez. I sentenza n. 7574 del 18 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:7574PEN

Massima

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La condotta di minaccia, ingiuria e percosse posta in essere da un militare subordinato nei confronti di un superiore, anche se avvenuta al di fuori dell'attività di servizio attivo, è riconducibile alla causa di servizio e disciplina militare e non rientra nella clausola di esclusione della responsabilità prevista dall'art. 199 c.p.m.p., in quanto obiettivamente correlata all'area degli interessi connessi alla tutela della disciplina, essendo il fatto inserito in un contesto militare sotto il profilo oggettivo, soggettivo, ambientale e causale. Pertanto, la condotta del militare subordinato che reagisce con minacce, ingiurie e percosse a un rimprovero o a un diniego di colloquio da parte del superiore, anche se avvenuti in precedenza, integra il reato di insubordinazione con violenza o minaccia, in quanto riconducibile a motivi di servizio e disciplina, senza che rilevi l'assenza di rapporti gerarchici diretti tra autore e vittima dell'illecito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - rel. Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 73/2012 CORTE MILITARE APPELLO di ROMA, del 28/11/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/01/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. UMBERTO ZAMPETTI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Flamini L.M. sost. PG Militare che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che ha concluso richiedendo l&…

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