Cassazione penale Sez. III sentenza n. 28425 del 24 giugno 2004

ECLI:IT:CASS:2004:28425PEN

Massima

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Il tentativo di furto aggravato di reperti archeologici, ai sensi degli artt. 56, 110, 112, 61 n. 5 c.p. e 67 della legge n. 1089/1939, si configura quando gli atti compiuti dal reo, pur non avendo determinato il compimento del reato, siano idonei e non equivoci al fine di impossessarsi indebitamente di beni di interesse archeologico e scientifico, anche se la condotta del reo si sia arrestata alla sola ricerca e rinvenimento dei reperti, senza il loro asporto definitivo dal luogo di giacitura, essendo sufficiente che il mancato compimento del reato sia stato impedito dall'intervento delle Forze dell'Ordine. La fattispecie punibile dell'art. 67 della legge n. 1089/1939 contempla una ipotesi speciale di furto in relazione all'oggetto (archeologico) ed alle modalità d'impossessamento (scavo non autorizzato o rinvenimento fortuito), e rinvia solo quoad poenam all'art. 624 c.p., sicché il tentativo è una figura autonoma di reato che accede a tutte le ipotesi delittuose, anche previste da leggi speciali, senza che vi sia motivo giuridico di escluderlo anche per il furto dal sottosuolo di oggetti archeologici. Ciò, ovviamente, ove del tentativo esistano gli estremi, e cioè la idoneità e non equivocità degli atti finalizzati all'impossessamento, anche in presenza di una condotta prodromica del reo limitata alla sola ricerca e rinvenimento dei reperti, senza il loro asporto definitivo, essendo sufficiente che il mancato compimento del reato sia stato impedito dall'intervento delle Forze dell'Ordine.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: ((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) M. Grillo - Consigliere ha pronunciato la seguente: SENTENZA sul ricorso proposto da: Vi. Ra. n. Pa., (...) Be. Sa. Ma. n. Ca., (...) avverso la sentenza della Corte di Appello di Palermo del 17.1.2002 Visti gli atti, la sentenza denunziata ed il ricorso, Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere dr. ((omissis)) il Pubblico Ministero in persona del dr. ((omissis)) che ha concluso per l'annullamento con rinvio per Vi. Ra.; l'inammissibilità per Be. Sa. Ma. FATTO E DIRITTO La Corte di Appello di Palermo, con sentenza in data 17.1.2002, confermava la decisione del Tribunale di Sciacca del 15.6.2000, nei confronti di vari imputati, tra cui Vi. Ra. e Be. Sa. Ma., ritenendoli colpevoli del reat…

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