Il giudice amministrativo è privo di giurisdizione sulle controversie relative all'esecuzione di un contratto pubblico, salvo le ipotesi tassativamente previste dalla legge, in quanto la fase esecutiva del contratto, successiva alla scelta del contraente, configura un rapporto di natura privatistica tra le parti, naturalmente devoluto alla cognizione del giudice ordinario. Pertanto, il recesso dal contratto pubblico, ad eccezione di quello fondato sull'acquisizione dell'informativa prefettizia interdittiva per infiltrazioni mafiose nell'impresa appaltatrice, rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, trattandosi di una disciplina legislativa che configura tra le parti una posizione paritetica. Il giudice amministrativo, investito di una controversia relativa all'esecuzione di un contratto pubblico, deve pertanto dichiarare il proprio difetto di giurisdizione e individuare nel giudice ordinario l'autorità munita di giurisdizione, dinanzi alla quale il processo dovrà essere riassunto, con salvezza degli effetti sostanziali e processuali della domanda proposta entro il termine perentorio di tre mesi dal passaggio in giudicato della pronuncia.