Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33233 del 23 agosto 2012

ECLI:IT:CASS:2012:33233PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nel documentare l'attività valutativa di cui è incaricato, dichiari di avere assunto dati diversi da quelli realmente acquisiti ovvero affermi di avere utilizzato elementi in realtà inesistenti, compie una falsa attestazione, idonea ad integrare il reato di falsità ideologica in atto pubblico. Ciò anche qualora la falsa attestazione riguardi dati obiettivi e non valutativi, purché strettamente funzionali e propedeutici al giudizio di valore espresso nell'atto. Pertanto, il pubblico ufficiale che, in una nota-certificazione, attesti l'inesistenza di reclami nei confronti di un soggetto, quando invece tali reclami risultino effettivamente pervenuti e noti all'autore dell'atto, integra il reato di falsità ideologica, a prescindere dalla natura valutativa o meno del giudizio complessivamente espresso nell'atto. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato, non può fondarsi su una motivazione manifestamente illogica circa la natura della scrittura oggetto di imputazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Presidente

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI MESSINA;

nei confronti di:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS) C/;

avverso la sentenza n. 10/2009 GIP TRIBUNALE di MESSINA, del 06/12/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

sentite le conclusioni del PG Dott. SPINACI Sante: annullamento con rinvio.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) in sost. dell'avv. …

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