Il provvedimento di foglio di via obbligatorio, adottato dal Questore sulla base di precedenti penali a carico del destinatario, può essere legittimamente revocato dall'Amministrazione qualora emerga che il soggetto sia titolare di un'attività imprenditoriale che potrebbe avere interessi diretti ad espletare la propria attività nei centri limitrofi al Comune di divieto di accesso. In tal caso, la revoca del provvedimento determina la cessazione della materia del contendere in relazione alla domanda di annullamento, mentre la domanda risarcitoria per i danni subiti a causa dell'adozione del foglio di via deve essere respinta per difetto di prova del danno, non essendo sufficiente la mera allegazione di una possibile compromissione dell'attività lavorativa e dell'integrità psichica e morale del ricorrente, in assenza di elementi probatori specifici e concreti. Inoltre, la richiesta di condanna dell'Amministrazione al pagamento di una sanzione pecuniaria ex art. 26, comma 2, c.p.a. per la sua supposta resistenza temeraria in giudizio è inammissibile, atteso che l'Amministrazione ha provveduto a revocare il provvedimento impugnato a distanza di soli 10 giorni dalla notifica del ricorso, dimostrando così di non aver resistito in modo temerario.