Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21847 del 25 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:21847PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria qualità e dei poteri connessi alla funzione, induce indebitamente un privato a compiere atti o a dare o promettere denaro o altra utilità, risponde del reato di induzione indebita previsto dall'art. 319-quater c.p. Tale condotta, anche se non perfezionata nella forma consumata, integra comunque il tentativo punibile ai sensi della medesima disposizione normativa. Tuttavia, il decorso del termine di prescrizione, tenuto conto dei periodi di sospensione, determina l'estinzione del reato, con conseguente annullamento della sentenza impugnata senza rinvio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - rel. Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 3 aprile 2014 emessa dalla Corte d'appello di Palermo;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso; udita la relazione del consigliere ((omissis));

udito il sostituto procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento per estinzione del reato di cui all'articolo 319-quater c.p. per intervenuta prescrizione e il rigetto nel resto;

uditi gli avvocati (OMISSIS) e…

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