Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 52497 del 21 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:52497PEN

Massima

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Il direttore di un ufficio postale, pur svolgendo attività di natura bancaria, non riveste la qualifica di pubblico ufficiale ai fini dell'integrazione del reato di peculato, in quanto tali attività rientrano nell'ambito privatistico dell'esercizio dell'attività di raccolta del risparmio postale. Pertanto, l'appropriazione indebita di somme di denaro contante destinate al funzionamento di uno sportello bancomat, di cui sia stata omessa la contabilizzazione, integra il reato di appropriazione indebita aggravata dall'abuso di relazioni d'ufficio, e non il reato di peculato. Diversamente, l'appropriazione di somme prelevate direttamente dalla cassa dell'ufficio postale, non nell'ambito dello svolgimento dell'attività privatistica di raccolta del risparmio, integra il reato di peculato, in considerazione dei poteri certificativi esercitati dal direttore dell'ufficio postale per i versamenti di denaro effettuati dagli utenti e per la contabilizzazione dei relativi passaggi o movimenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VILLONI Orlando - Presidente

Dott. CAPOZZI Angel - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/11/2017 della CORTE APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANGELO CAPOZZI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. CARDIA DELIA, che ha concluso chiedendo sospendersi il procedimento in relazione al capo A e la dichiarazione di inammissibilita' in relazione al capo B;
udito il difens…

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