Cassazione penale Sez. III sentenza n. 9715 del 11 marzo 2020

ECLI:IT:CASS:2020:9715PEN

Massima

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Il concorso nel reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti sussiste anche quando il contributo del concorrente, pur non essendo materialmente esecutivo, abbia comunque agevolato o consentito la realizzazione della condotta delittuosa, in quanto qualsiasi forma di agevolazione prestata prima che l'attività criminosa sia cessata si risolve inevitabilmente in un concorso. Pertanto, il mero interessamento personale dell'imputato nell'acquisto della droga, comprovato dalle sue espressioni nelle conversazioni telefoniche intercettate, è sufficiente a configurare il suo concorso nel reato, a prescindere dal fatto che la materiale esecuzione dell'attività di spaccio sia stata posta in essere dal solo coimputato. Inoltre, il riconoscimento dell'imputato da parte degli agenti di polizia, effettuato sulla base di elementi oggettivi come la breve distanza di osservazione e la corrispondenza dei tratti somatici, costituisce prova valida della sua identificazione, non potendo essere smentito da mere congetture sulla presunta autosuggestione degli operanti. Infine, il diniego delle circostanze attenuanti generiche è adeguatamente motivato dalla semplice assenza di elementi positivi che possano giustificare la concessione del beneficio, senza che sia necessaria una specifica argomentazione in presenza di una richiesta generica dell'imputato non supportata da elementi concreti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IZZO Fausto - Presidente

Dott. GALTERIO Donatella - rel. Consigliere

Dott. SOCCI ((omissis)) - Consigliere

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro M. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza in data 10.4.2018 della Corte di Appello di Torino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis)); udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Barberini M. Roberta, che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), anche in sostituzione dell'avv. (OMISSIS) …

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