Il provvedimento di sgombero di un immobile confiscato alla criminalità organizzata ai sensi della legge n. 156 del 1992 ha natura vincolata e deve essere eseguito immediatamente, indipendentemente dalla futura destinazione d'uso del bene, dalla natura del rapporto di utilizzazione e dalla qualità dei soggetti interessati, in quanto finalizzato a sottrarre il bene alla disponibilità e al godimento dei soggetti che ne erano titolari, al fine di contrastare efficacemente la criminalità organizzata. L'Amministrazione non può effettuare alcuna ponderazione tra l'interesse pubblico generale alla legalità e l'interesse privato alla conservazione dell'immobile, essendo preclusa la possibilità di comparare tali interessi in ragione del carattere vincolato del provvedimento. Pertanto, la mancata emissione del sequestro preventivo finalizzato alla confisca, la mancata nomina di un custode con cui concordare tempi e modalità dello sgombero, la mancata partecipazione degli occupanti al procedimento amministrativo e la pendenza di un eventuale secondo sequestro finalizzato alla confisca non costituiscono fattori ostativi all'esecuzione immediata dello sgombero, in quanto ininfluenti sulla confisca e sul conseguente provvedimento di rilascio. Analogamente, la presenza di soggetti in condizioni di particolare vulnerabilità, come minori o persone gravemente malate, non può incidere sulla necessità di dare immediata esecuzione al provvedimento di sgombero, essendo preclusa all'Amministrazione la possibilità di effettuare una comparazione tra l'interesse pubblico e quello privato. Infine, il provvedimento di sgombero non è soggetto alle disposizioni in materia di sfratto, ma costituisce una conseguenza necessaria ed a contenuto vincolato della confisca, indipendentemente dalla ricerca di soluzioni abitative alternative da parte degli occupanti.