Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15066 del 13 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:15066PEN

Massima

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La mancata identificazione formale del querelante non determina l'invalidità della querela, essendo sufficiente che l'identità del querelante sia comunque desumibile dalla sequenza logica e procedimentale degli atti, ove il querelante sia persona nota al verbalizzante, non potendosi in tal caso nutrire dubbio sulla sua identità. L'invalidità della querela per mancata identificazione del querelante costituisce un'eccezione che deve trovare espressa previsione normativa, non potendosi desumere implicitamente dalla sola carenza della verbalizzazione, la quale non può comunque tornare a detrimento del querelante. Il giudice, pertanto, è tenuto a valutare la sussistenza dell'identità del querelante sulla base dell'intero contesto documentale, senza poter dichiarare l'invalidità della querela per il solo difetto di una formale identificazione, ove risulti comunque accertata l'identità del soggetto che ha proposto la querela.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - rel. Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI SALERNO;

nei confronti di:

1) CU. NA. N. IL (OMESSO) C/;

avverso la sentenza n. 195/2004 GIUDICE DI PACE di EBOLI, del 18/05/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALFONSO AMATO;

udito il P.G. in persona del Dott. Izzo G. che ha concluso per l'acc.to del …

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