Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43814 del 25 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:43814PEN

Massima

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Il ruolo apicale di un soggetto in un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati di truffa e bancarotta fraudolenta può essere desunto da una pluralità di elementi probatori, quali la centralità dei compiti svolti nell'ambito del sodalizio criminoso, come il reperimento delle società da utilizzare come veicolo per la consumazione delle truffe, il mantenimento dei contatti con il ricettatore della merce e la cura della fondamentale operatività bancaria, nonché dalle intercettazioni di conversazioni tra il soggetto e gli altri partecipi all'organizzazione. La consapevole partecipazione di un soggetto ai fatti di bancarotta fraudolenta può essere affermata sulla base di elementi quali l'assenza di scritture contabili della società fallita, l'utilizzo di un falso nome per contattare i fornitori e effettuare gli ordinativi, nonché il precedente coinvolgimento in analoga attività illecita. Il giudice di merito può ritenere equivalenti le circostanze attenuanti generiche e il vizio parziale di mente rispetto alle aggravanti contestate, valorizzando il precedente penale dell'imputato e il contributo causale da questi fornito, ove tale valutazione non risulti manifestamente illogica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. DE MARZO G. - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);

avverso la sentenza del 12/10/2011 della Corte d'appello di Milano R.G. n. 1265/2011;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione svolta dal Consigliere Dott. Giuseppe De Marzo;

udito il Procuratore Generale, in persona del Dott. Gaeta Pietro, che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.

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