Cassazione penale Sez. II sentenza n. 31694 del 11 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:31694PEN

Massima

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Il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato si configura quando l'agente, mediante artifici e raggiri, induce in errore la pubblica amministrazione al fine di conseguire indebitamente un beneficio economico, come la pensione di invalidità. Ai fini della sussistenza del reato, è necessario che l'agente abbia consapevolmente simulato o dissimulato le proprie condizioni di salute, in modo da indurre la commissione medica a riconoscere indebitamente lo stato di invalidità totale, anche qualora uno dei parametri normativamente previsti per il riconoscimento di tale status sia effettivamente soddisfatto. La mera negligenza o ignoranza circa la propria reale capacità visiva non esclude la configurabilità del dolo specifico del reato, essendo sufficiente che l'agente abbia avuto la coscienza e la volontà di indurre in errore la pubblica amministrazione al fine di conseguire indebitamente il beneficio economico. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza degli elementi costitutivi del reato, deve considerare in modo logico e coerente l'insieme degli elementi probatori acquisiti, senza che la mera prospettazione di una diversa ricostruzione alternativa, non sorretta da elementi concreti emersi nel processo, possa integrare un vizio di motivazione censurabile in sede di legittimità. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche è adeguatamente motivato quando il giudice, pur valorizzando gli effetti della condotta delittuosa, non rilevi elementi positivi idonei a giustificare tale beneficio, non potendo essere considerata a tal fine la sola incensuratezza dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Pietro - Consigliere

Dott. BORSELLINO M.D. - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. MONACO M. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/10/2016 della CORTE APPELLO di VENEZIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere MARCO MARIA MONACO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore PRATOLA GIANLUIGI che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
udito il difensore che si riporta ai motivi chiedendo l'assoluzione per non aver commesso il fatto.
RITENUTO IN FATTO<…

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