Il rigetto dell'istanza di regolarizzazione dell'occupazione di un alloggio popolare è legittimo quando risulta documentalmente provato che l'occupante è stato individuato dall'amministrazione comunale come beneficiario di una concessione temporanea in uso dell'alloggio, senza che sia mai stato adottato un provvedimento che attribuisca allo stesso lo status di occupante legittimo. In tal caso, l'occupante non può essere considerato un occupante abusivo ai sensi dell'art. 63 della L.R. n. 8/2018 e, pertanto, non può accedere alla procedura di regolarizzazione prevista dalla medesima disposizione normativa. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che l'occupazione di un alloggio popolare, pur se protratta nel tempo, non può essere considerata legittima in assenza di un provvedimento amministrativo che attribuisca espressamente tale qualifica all'occupante, essendo sufficiente la mera concessione temporanea in uso dell'alloggio da parte dell'amministrazione comunale per escludere l'applicabilità della disciplina sull'occupazione abusiva. La massima valorizza l'importanza del principio di legalità nell'ambito dell'assegnazione e dell'occupazione degli alloggi popolari, a tutela dell'interesse pubblico sotteso alla corretta gestione del patrimonio abitativo di edilizia residenziale pubblica.